PLACEMAKERS: chi interviene con progetti sensibili e necessari!
“Di fronte ad una terra sempre più piena di oggetti, case ed infrastrutture ora serve un’opera di sottrazione, di de-costruzione!”
Questo è ciò che dice #ElenaGranata, docente di Urbanistica e studi urbani presso il Dipartimento di architettura del Politecnico di Milano annunciando l’esistenza, nel suo libro, di una nuova figura che va ad unirsi ad ingegneri, architetti: il #PLACEMAKER, l’inventore dei luoghi che abiteremo.
Colui che non deve aggiungere, ma piuttosto togliere, cercando di armonizzare, con interventi semplici, sensibili e necessari.
Placemaker come una persona che, indipendentemente dalla formazione, si pone genuinamente la questione di come trasformare in meglio il mondo in cui vive pensando al futuro, al lascito a quello che comunemente chiamiamo avvenire.
Più che di competenza è una questione di sguardo, di saper osservare cosa non sta più funzionando nella nostra relazione con uno spazio che abbiamo ereditato e di come porvi rimedio, rimboccandoci le maniche, assumendoci la responsabilità nei confronti del pianeta il prima possibile, prima che ci presenterà il conto.
La sfida, quindi è partire dalle persone e dalle relazioni sociali, ambientali non dalle strutture e dagli edifici.
Il placemaker, dunque, “dis-urbanizza e de-cementifica, de-costruisce, demolisce e re-integra natura, ri-foresta e ri-pristina ecosistemi, progettando soluzioni ispirate alla natura per contrastare i cambiamenti climatici”
Il futuro è, sicuramente, in mano ai placemakers.