«La ‘brutta’ situazione ‘in’ cui mi trovo forse non riguarda soltanto un umore depresso o uno stato mentale ansioso; forse ha a che fare con il grattacielo per uffici, chiusi ermeticamente, nel quale lavoro, con il quartiere dormitorio nel quale abito, o con la superstrada sempre intasata sulla quale vado e torno fra i due luoghi”
James Hillman
James HIllman, psicoanalista, saggista e filosofo statunitense descrisse la correlazione esistente tra il crescente disagio esistenziale, individuale e sociale, e l’aumento del degrado ambientale, parallelo al rapido processo di urbanizzazione che ha cambiato radicalmente stili di vita e abitudini di una grande parte della popolazione mondiale.
Sulla base di questo studio nasce, all’inizio degli anni 90’, in California, l’ECOPSICOLOGIA con l’intento di favorire la riconnessione con quanto dimenticato, o rimosso dalla modernizzazione, per integrare l’eredità del passato con i traguardi presenti e le sfide future.
L’ecopsicologia, nasce quando un gruppo di studiosi composto da psicologi, appassionati di natura, educatori si chiedevano ma 'se a me fa così bene andare nel verde, perchè non posso coinvolgere anche i miei utenti, clienti e pazienti?
Quindi è nata inizialmente con l’obiettivo di spostare il setting o impostazione in natura, un obiettivo molto semplice, ma ha presto acquisito una dimensione molto più ampia perché è diventato anche un imparare cosa l’ecologia ci insegna sul funzionamento degli ecosistemi naturali che può essere utile anche per far funzionare meglio gli ecosistemi umani".
Quindi con questo termine nuovo si raccolgono discipline, visioni, pratiche che ri-coinvolgono la natura nella nostra idea di chi siamo e di qual è il nostro ruolo nel mondo.
Abbiamo vissuto per centinaia di migliaia di anni in natura e abbiamo bisogno di verde e spazi coordinati ai ritmi e alle forme della natura per stare bene”.
Da qui le sue diverse applicazioni dalla psicologia all’educazione fino ad arrivare all’architettura e all’urbanistica con “l’architettura biofilica” prediligendo l’utilizzo di materiali e modelli naturali per mantenere una sorta di simbiosi con l’ambiente naturale circostante.
La natura stessa utilizzata e ‘gestita’ indoor e outdoor negli spazi in cui ci muoviamo, in modo tale da contribuire a ‘farci del bene’, a funzionare da attivatrice di reazioni positive che aiutino i nostri meccanismi di reazione in momenti di particolare stress.