A pochi passi da noi, in #Basilicata, precisamente a #Pietragalla, ci imbattiamo in un qualcosa di straordinario che va sotto il nome di “ARCHITETTURA RUPESTRE”: il #ParcodeiPalmenti, simbolo della civiltà contadina.
I palmenti di Pietragalla, sono testimonianza di consuetudini antiche, di una vita contadina scandita da povertà e ripetitività.
In passato, erano indispensabili mezzi di lavorazione dell’uva e quindi importanti fonti di reddito.
Uniche e originali forme di architettura rupestre capaci di suggerire scenari e atmosfere fiabesche.
Realizzati in pietra sono strane costruzioni alte quanto un uomo, disposte una sull’altra in una composizione armonica, suscitando interesse e curiosità soprattutto verso chi li osserva per la prima volta.
Essi furono costruiti dai francesi della Provenza, dove esistono simili costruzioni, durante la loro occupazione della Puglia e degli Abruzzi dal 1528 al 1798.
Si parla di architettura rupestre o rurale con la quale si intende una forma di architettura, collegata alla cosiddetta arte rupestre, le cui realizzazioni sono costituite da costruzioni ricavate in particolari tipi di roccia, talvolta sfruttando grotte o caverne già esistenti, e ottenute sia scavando la roccia stessa sia costruendo edifici all'esterno della stessa.
#Rurale è una parola non troppo amata.
Da’ troppo l’idea di campagna, di qualcosa di “grezzo” e semplice.
Non rilevante da un punto di vista culturale e soprattutto non paragonabile all’architettura classica in quanto sono due cose differenti, nate per scopi differenti.
Ma è innegabile che dietro il patrimonio rurale c’è una enorme conoscenza del territorio, dell’ambiente e del lavoro…e quindi possiamo parlare comunque di cultura.
L’etimologia della parola è antichissima e deriva da “campo lavorato”, quell’elemento che ha permesso all’uomo di passare da vita nomade a quella di comunità.
Quindi quando sentiamo parlare di qualcosa di “rurale” non pensiamo che sia solo qualcosa di campagnolo.
Soffermandoci su questo strano villaggio ci troviamo di fronte a delle casette di pietra chiara addossate le une alle altre, disposte su più livelli, coi tetti ricoperti dal manto erboso, come se un immenso prato avvolgesse a mo’ di coperta un pittoresco e antico villaggio abitato.
Beh…ci troviamo di fronte a tanti #tettigiardino, nati spontaneamente senza l’aiuto dell’uomo, uno scenario a dir poco fiabesco.
Oggi come allora, avere un giardino sul tetto, oltre ad essere bello da vedere, è una risorsa preziosa, che gode anche di incentivi fiscali, per isolare e proteggere la struttura sottostante.
Un vero punto di forza.
Il progetto Green Urban Gardens, ideato da Vittorio Sangiorgio e Gennaro Romano, sviluppa progetti di tetto giardino che vanno dalla casa monofamiliare al condominio, per una nuova costruzione o per sostituire una copertura esistente e può essere ornamentale oppure da vivere.
Per tutte queste ragioni, avere un tetto giardino ha solo vantaggi, dal comfort abitativo a quello architettonico, fino a quello ambientale.