La #SocietàItalianadiArboricoltura chiede da tempo di abrogare l’articolo 16 del disegno di legge 2009 che disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico” con la partecipazione dei cittadini alla cura del verde urbano.
Fin qui tutto bene.
Ma la cosa sulla quale si chiede di intervenire è sul fatto che I comuni possono adottare misure volte a favorire la partecipazione volontaria di associazioni di cittadini alla cura del verde urbano o rurale, su loro specifica istanza.
A tale fine con propri atti i comuni provvedono a semplificare le disposizioni che consentono l’accesso alle attività di cui al precedente periodo, individuandone forme di regolamentazione e limiti.
Infatti, non si capisce il perché i Comuni debbano ricorrere al volontariato per le attività del verde pubblico, magari volontari come cittadini o associazioni che non sono dei veri esperti e praticano, come ho già detto prima, in riferimento a quei pochi alberi presenti nelle nostre città, la capotizzatura.
Che cos’è la capotizzatura?
La capitozzatura, definita anche taglio a capitozzo, è una tecnica di potatura che consiste nel taglio dei rami sopra il punto di intersezione con il tronco o altro ramo principale, in modo che rimanga solo quest'ultimo o una parte della chioma, dopo una rimozione molto ampia, dal 50 al 100%.
Il motivo più comune per cui si pratica la capitozzatura è la riduzione delle dimensioni di un albero.
Molte persone hanno paura che gli alberi troppo alti possano costituire un pericolo.
La capitozzatura, tuttavia, non è un metodo adeguato di riduzione dell’altezza ed in generale delle dimensioni della chioma e non riduce il pericolo né di ribaltamento né di cedimenti.
In realtà, la capitozzatura renderà l’albero più pericoloso nel lungo termine in quanto lo indebolisce a causa di insetti e malattie.
Ma soprattutto c’è da dire che la capitozzatura in realtà non andrebbe fatta anche per una motivazione ben precisa, chiara già da tempo riferendoci alle isole di calore.
Infatti, gli alberi sono i migliori alleati contro le ondate di calore e l’incremento della copertura arborea può combattere tale fenomeno.
Pertanto, associandomi al presidente della Società Italiana di Arboricoltura #AndreaPellegatta, perché consentire a cittadini e volontari di prendersi cura direttamente del verde pubblico e persino degli alberi?
In passato abbiamo già visto i gravi danni causati da volontari nella potatura degli alberi.
“Il rischio, se la legge dovesse essere approvata così come è adesso, è che venga “istituzionalizzato” il ricorso ai volontari per potature e altri interventi che richiedono, al contrario, formazione, specializzazione e professionalità.
Questo per noi non è accettabile perché annulla tutti gli sforzi fatti negli anni, anche dalla Società Italiana di Arboricoltura, per fare capire l’importanza di una gestione professionale degli alberi, cioè attraverso tecnici ed operatori formati che conoscono le esigenze degli alberi dal punto di vista biologico e fisiologico ed agiscono di conseguenza, anche nel rispetto di tutte le norme relative alla sicurezza sul lavoro.
Che, è evidente, i volontari non possono garantire.
https://www.greenreport.it/.../con-la-legge-sul.../
Quindi, se la norma fosse approvata, causerebbe danni enormi al verde delle città e sarebbe anche uno schiaffo alle imprese che si formano e che operano osservando le norme, ma soprattutto a tutti gli esperti che si formano ritenendo importante la giusta salvaguardia del verde e degli alberi delle nostre città come il rimedio a salvaguardare la nostra salute e la salute del pianeta.
Il progetto Green Urban gardens, grazie ai suoi esperti, è pronto a salvaguardare il verde e gli alberi delle nostre città!